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ERRANZE - pagina 2

I letterati sanno vedere la psicologia nella narrativa, tocca a noi, adesso, saper vedere la narrativa nella psicologia.
J. Hillman

Ma…nonostante il mio continuo aggiornamento mi accorsi di una crescente sensazione di disagio nel notare come ogni psicoterapia si isola in una visione particolare del mondo trovando la sua forza in particolari tecniche.

 

Tre ciechi percorrevano lo stesso cammino quando trovarono la strada sbarrata da un elefante. Il primo toccò la proboscide e disse che l'ostacolo era un enorme serpente; il secondo toccò una gamba e affermò che era un grosso tronco, mentre il terzo toccando le orecchie affermò che era un grande uccello.

 

Supponiamo che il primo cieco avesse una forza straordinaria per cui:

 

afferrata la proboscide la tirò con forza riuscendo a spostare l'elefante. Il cieco, forte del suo successo, disse agli altri ciechi: " Ora, poiché solo grazie a me il cammino è libero, darete ragione a me."

 

Il diavolo e un suo amico camminando per strada vedono un uomo chinarsi per terra e raccogliere qualcosa e metterselo in tasca. L'amico chiese al diavolo:"Che cosa ha raccolto?". " Un pezzo di Verità", rispose il diavolo. " Un brutto affare per te " disse l'amico. "Per niente", rispose il diavolo. "Aspetterò che la organizzi".


Ogni scuola di psicoterapia si chiude e si ghettizza nei suoi confini e si autolegittima con proprie riviste, propri libri e congressi, ignorando e, spesso denigrando, le altre scuole. In fin dei conti gli psicoterapeuti di ogni scuola parlano tra di loro, nei loro libri e nei loro congressi. Io credo che noi dovremmo arrivare ad un punto in cui il parlare degli psicologi coincida con il parlare degli uomini. 

Il che non vuol dire un abbassamento delle domande degli psicologi, ma un elevamento della responsabilità della coscienza comune. Questa situazione di chiusura radicalizza le posizioni e porta da un lato, soprattutto negli Stati Uniti, allo sviluppo di psicoterapie che trascurano l'immaginario per l'adattamento al quotidiano; dall'altro lato, l'interesse per una teoria "pura" ha avuto effetti paralizzanti sulla pratica ed ha portato ad un certo pessimismo nei confronti della prognosi rafforzando l'istituzione psichiatrica.


Troppo spesso il terapeuta che ha una visione troppo angusta della vita emotiva considera la nevrosi un tentativo abortito di sviluppo e si precipita a recare sollievo.

Oggi ci si aspetterebbe quasi che gli amici di Giobbe o i compagni di Gesù nel Getsemani avessero pronta la loro brava confezione di tranquillanti.


Hillman- Emotion

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Einstein afferma che ciò che viene osservato dipende dal sistema di coordinate scelte dall'osservatore. Se passiamo dalla fisica alla psicoterapia il sistema di coordinate non può essere che il paradigma teorico di riferimento; uno psicoanalista, un cognitivista, un terapeuta sistemico vedranno lo stesso paziente in maniera molto diversa l'uno dall'altro, perché ognuno vedrà solo quello che il proprio paradigma teorico gli consentirà di vedere.
Noi creiamo il mondo che percepiamo, come afferma Bateson, non perché esiste una realtà al di fuori della nostra mente, ma perché scegliamo e modifichiamo la realtà che vediamo in modo che si adegui alle nostre convenzioni sul mondo che viviamo.
In quegli anni prese forma la mia convinzione che la formazione poteva essere a più livelli e, soprattutto che le scuole di psicoterapia (con questo termine includo anche la psicoanalisi) dovevano essere un punto di vista e di partenza (4), per la creazione, se non proprio di una psicoterapia personale (guai all'onnipotenza narcisistica), di un approccio o metodica personale che fosse la sintesi di un percorso terapeutico e umano che conduce alla "cura" del paziente, dove l'aspetto fondamentale è "l'alleanza terapeutica" che, oltre alla relazione positiva di calore, empatia, accettazione, è il tramite fondamentale per la comprensione del mondo immaginale del paziente e per un discorso comune non sulla psiche, ma della psiche.

 

R. Bateson

Non un minuto ho dubitato che tu sei Buddha, che tu hai raggiunto la meta, la somma meta verso la quale si affaticano migliaia di Brahamini e di figli di Brahamini. Tu hai trovato la liberazione dalla morte. Essa è venuta a te attraverso la tua ricchezza, ti è venuta incontro sulla tua strada, attraverso il tuo pensiero, la concentrazione, la conoscenza, la rivelazione. Non ti è venuta attraverso la dottrina! E tale è il mio pensiero:- Nessuno perverrà mai alla liberazione attraverso una dottrina!- A nessuno, o Venerabile, tu potrai mai, con parole e attraverso una dottrina, comunicare ciò che avvenne in te nell'ora della tua illuminazione. Molto contiene la dottrina del Buddha cui la rivelazione è stata elargita: a molti insegna a vivere rettamente, a evitare il male. Ma una cosa non contiene questa dottrina così limpida, così degna di stima: non contiene il segreto di ciò che il Sublime stesso ha vissuto, egli solo tra centinaia di migliaia. Questo è ciò che mi sono accorto, mentre ascoltavo la dottrina. Questo è il motivo per cui continuo la mia peregrinazione: non per cercare un'altra e migliore dottrina, perché so, che non ve ne è alcuna, ma per abbandonare tutte le dottrine e tutti i maestri e raggiungere da solo la mia meta e morire.

 

"Siddharta" - H. Hesse

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